Ripresa nome in codice “green”

Ripresa: nome in codice “green”, la transizione che migliora il mondo!

Ormai non si parla d’altro, non c’è politico, Tg o show televisivo in cui non si faccia cenno a questo nuovo paradigma in grado di proiettarci in un mondo migliore. Ovviamente non è un passaggio non è né rapido tanto meno semplice, tuttavia è sicuramente necessario oltre che un’opportunità di crescita.

Nel complesso stiamo parlando di un passaggio che per arrivare a compimento richiederà 10 anni, con tutta una serie di numeri di cui tenere conto. Stiamo parlando di milioni di edifici in tutta Europa da rimettere in sesto migliorandone l’efficienza energetica, il cui cambiamento produrrà una riduzione delle emissioni e ovviamente una migliore qualità abitativa.

Gli effetti del Green deal europeo

Si è calcolato che questa operazione di rilancio edilizio in “verde”, produrrà qualcosa come 160.000 nuovi posti di lavoro fino al 2030 nel comparto delle costruzioni. Molto probabilmente i numeri dell’occupazione potrebbero essere molto più alti, considerando anche i settori contingenti quali le catene di produzione delle materie prime.

Si parla di 12/18 nuovi posti di lavoro per milione di Euro spesi nel settore delle costruzioni, ma contempo porterà anche ad un rilancio del settore immobiliare con conseguenti scambi e non di meno incrementi anche nel settore dell’affitto breve. Obbiettivo è l’abbattimento delle emissioni inquinanti, cambiando radicalmente l’approccio edilizio per le future generazioni delle costruzioni migliorandole energeticamente e qualitativamente. Col senno di poi, si poteva fare anche un decennio fa, ma tant’è!

35 milioni di edifici bisognosi di “cure”

Tanti sono i complessi edilizi che hanno necessità di essere rimessi in linea con le nuove direttive “Green”, una mole imponente che richiede tanto lavoro e quindi opportunità di rilancio economico a lungo termine. Può sembrare un paradosso, ma quegli edifici che sono oggetto di queste attenzioni, sono spesso gli stessi che negli anni del “Boom” furono accusati di inquinamento ambientale e abusi.

Ebbene, oggi quegli stessi edifici potranno dare slancio economico all’intero comparto e incrementare occupazione facendoci uscire da una crisi orami diventata sistemica. Non male quindi, un “errore” del passato che offre una seconda opportunità di rilancio economico, nessun altro settore potrebbe fare altrettanto, adesso forse abbiamo un motivo in più per amare il mattone!

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